Chiesa di San Giovanni, Sec. XVIII |
La struttura crollò in seguito al terremoto del 1693, venne ricostruita a più riprese nella seconda metà del '700.
La facciata ha un'impaginazione concavo convessa e presenta tre ordini, doppie semicolonne ne accentuano lo sviluppo verticale evidenziando lo stacco tra il partito centrale, convesso, e i due laterali, concavi.
Nel primo ordine, scandito da colonne ioniche, si apre il portale d'ingresso, preceduto dalla bella scalinata che asseconda il movimento della facciata; due nicchie occupano i partiti laterali. Il secondo ordine, caratterizzato da colonne in stile corinzio, è abbellito dalla preziosa gelosia in ferro battuto. Nel terzo ordine viene ripreso l'ordine composito del secondo, chiuso da due piedistalli alle estremità. La facciata si chiude con un timpano spezzato nel quale è incisa la data di fine lavori (1803).
L'interno, a pianta ovale, ha una fisionomia neoclassica. Ai lati, tra le semicolonne, addossati alle pareti curve, sono collocati quattro altari. La volta, a guscio di noce, presenta una decorazione ricca di stucchi e dorature ben lontani dal clima culturale tardo barocco. Nella parte alta del vestibolo, tre medaglioni raffigurano vedute paesaggistiche di Scicli. Inoltre, presso la sacrestia, è conservata un'opera del XVII secolo, il cosiddetto "Cristo di Burgos", di probabile provenienza spagnola che raffigura un Cristo crocifisso con la sottana sacerdotale, iconografia molto rara in Italia.
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