14 aprile 2012

Chiesa madre di S. Ignazio

Chiesa madre, Sec. XVII - XVIII
È una tra le più antiche chiese ancora aperte al culto in città; è la sede della matrice dal 1874, da quando, cioè, venne chiusa la chiesa di San Matteo; nel 1986, per decreto vescovile, è stata intitolata a San Guglielmo Eremita. Era annessa al convento dei Gesuiti, che nel 1961 fu demolito per far posto all'attuale edificio scolastico.
Fu distrutta assieme al collegio, ancora in costruzione, dal terremoto del 1693, e successivamente fu ricostruita; sembra che i lavori si siano conclusi intorno al 1751, visto che tale data compare sulla facciata della chiesa. I disegni del progetto originario relativo alla costruzione prima del terremoto, sono attualmente conservati presso la Biblioteca Nazionale di Parigi.
La facciata, conclusa da un timpano mistilineo, presenta due ordini, con una superficie movimentata da lesene a da controlesene, comprendenti quattro statue collocate su piedistalli e decorazioni con testine di putti e motivi fogliacei.
Il secondo ordine è affiancato ai lati da due campanili cuspidati e concluso da un timpano con cornice concavo-convesso; al centro è collocato uno degli orologi civici della città.
La chiesa, al suo interno, è a pianta basilicale a tre navate: la navata centrale è separata da quelle laterali da grossi pilastri a cui si appoggiavano delle semicolonne.
Le navate laterali sono suddivise in tre cappelle, di cui due di esse sono dedicate ai santi patroni della città. Una è in onore alla Madonna delle Milizie, il cui simulacro di cartapesta raffigura la Madonna guerriera con il mantello azzurro e la spada sulla mano destra, seduta sopra un cavallo bianco impennato sulle zampe posteriori, sotto il quale si trovano due saraceni schiacciati.
Non si conosce la provenienza del simulacro, ma si hanno notizie della tela raffigurante la Madonna durante la battaglia tra i normanni e i saraceni avvenuta, secondo la leggenda, nel 1091 sulla costa sciclitana. Realizzata da Francesco Pascucci nel 1780, proveniente dall'Eremo delle Milizie, si trova oggi collocata tra la seconda e la terza cappella.
Provenienti da altre chiese sono i dipinti della Madonna del Carmine coi santi carmelitani di Pietro Azzarelli (1731) e la tela coi santi in sacra conversazione.
La terza cappella è dedicata a San Guglielmo: qui è conservata una grande arca laminata realizzata tra il '600 e il '700, al cui interno sono custodite due reliquiari (probabilmente realizzati da argentieri palermitani) con il busto contenente le ossa del santo. Particolarmente interessante è il pannello dell'urna in cui è rappresentata la città di Scicli. Ai piedi della cappella si trova una lapide in marmo recante la data del 1565 proveniente dalla chiesa di san Matteo.
La navata di sinistra si conclude con la cappella del Santissimo Sacramento. Nella navata destra si trova un dipinto di Antonio Manoli (1721), raffigurante una veduta di Scicli seicentesca con San Guglielmo.

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