18 aprile 2012

La cavalcata di San Giuseppe

Innestata su un residuo di quei drammi sacri che si inscenavano nel Medio Evo per propiziare un buon raccolto, gradualmente è stata "assimilata"dal Cristianesimo per farne una festa religiosa in onore al SantoPatriarca. 
Riccadi suggestioni è la lunga e laboriosa preparazione dellestraordinarie bardature dei cavalli; nei "dammusi" (ambientia pianterreno delle abitazioni), un gran numero di persone, su unaorditura di rami di palme, ( oggi largamente sostituiti dalla teladi juta), intesse migliaia di violaciocche (ubàlucu),componendo magnifici "quadretti" raffiguranti la Sacra Famiglia e svariati simboli sacri.
Icavalli così bardati, montati da cavalieri vestiti con icaratteristici costumi della tradizione contadina, muovono da ununico punto di raccolta, in prossimità della piazza principale dellacittà, dirigendosi verso il sagrato della chiesa dedicata al Santo; qui, una commissione esterna esaminata l'originalità e l'effettoscenografico delle bardature e dei "gruppi di cavalieri" e subitodopo, in un tripudio di suoni e al grido di "PATRIA' - PATRIA' -PATRIARCA!, il coloratissimo corteo, con la Sacra Famiglia in testa, si snoda per le vie della città dove, in vari punti e quartierisono accesi i "pagghiara", falo'attornoai quali si raccoglie la gente del vicinato in attesa del passaggiodella "Sacra Famiglia".
Adaccrescere la suggestione della caratteristica sfilata poi, i"ciaccari": fascidi ampelodesmo che i cavalieri e la gente del popolo tengono in mano,accesi, per "far luce" alla Santa Famiglia.
Oltreil fatto religioso, aggiunge colore al folklore la competizione trai gruppi dei "bardatori",i partecipanti che, nella "gara" mettono in campo il massimoimpegno nel realizzare manufatti di altissimo pregio artistico eartigianale.
Icavalieri indossano pantaloni e gilet di velluto nero, camiciabianca ricamata, fascia multicolore intessuta ai fianchi, fazzolettorosso al collo e ancora burritta, stivali e pipa di canna; ognicavallo viene "scortato" da altri personaggi, che durante laserata si alternano lungo il corteo.
Neglianni questa manifestazione si è un po' "snaturata", essendosi dovuta adattare alle mutate condizioni ambientali dalla città .
Larete di metanizzazione sottostante la pavimentazione stradale nonconsente più gli enormi falò, con le cataste di frasche emasserizie, che si accendevano al passaggio della Sacra Famiglia edove venivano arrostite succulente pietanze a base di carne; via viasono diventati piccoli ed improvvisati falò, attorno a cui ci siriunisce per banchettare con salsicce e braciole .Restano, tuttavia, intatti, gli elementi dell'antico rito e con essiil fascino e la suggestione della "festa" : il fuoco, comeelemento sacro, dal chiaro significato catartico; la violaciocca,fiore primaverile, per celebrare la fine dei rigori invernali e ilrisveglio della vita, il fascino di un evento dalle forticonnotazioni aggreganti, nel quale l'intera comunità cittadina,ancora oggi, si riconosce .

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